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Ragazze fantastiche e dove trovarle: intervista a Chiara Bustreo

Per la rubrica Ragazze Fantastiche e dove trovarle (alla Rugby Mirano) oggi abbiamo chiacchierato con Chiara Bustreo o per come la conoscono tutti, la Pinkie. Anche alle sue compagne di squadra ogni tanto sorge il dubbio di quale sia il suo vero nome e, anche se può sembrare un nomignolo qualsiasi, è quello che la lega al mondo del rugby. Infatti, se qualcun altro al di fuori delle sue compagne di squadra la chiama così si ingelosisce subito. Ma per scoprire il perché andate a leggere l’intervista qui sotto.

 

Nome: Chiara Bustreo

Data di nascita: 10/07/1996

Soprannome: Pinkie

Motivo del soprannome: Perché quando ho iniziato a giocare avevo i capelli completamente fucsia.

Maglia numero: 14

Gusto gelato preferito: Cioccolato il più fondente possibile e occasionalmente con l’aggiunta del pistacchio.

Se fossi un cocktail quale saresti? Montenegro

Pizza che prendi sempre: Super brevettata da me: pomodorini secchi, robiola, peperoni e pesto, con la mozzarella doppia o sostituita con la bufala direttamente

Momento dell’allenamento che preferisci: Sembrerà strano ma dove si fatica di più così mi sento che anche per quell’allenamento ho dato.

In trasferta, spogliatoio vuoto: dove ti sistemi? Dove c’è posto dato che le mie compagne sono “ingombranti” – ride -.

Ferro o plastica? Misto

Riti scaramantici pre partita? Indossare lo stesso intimo della partita prima e ascoltare sempre le solite tre canzoni per prime, appena arriva il momento concentrazione durante il viaggio.

Hobby/sport precedenti: Sport un po’ tutti inventati a casa però hobby tanti, anche troppi per la sanità mentale della mia intera famiglia. Si va dal disegno, alla musica, all’intaglio e molti altri.

Paradenti sì o no?

Calzettone su o giù? Su

Da quanto giochi a rugby e da quanto tempo con la Rugby Mirano?
Ho iniziato a giocare da vecchietta in realtà, 5 anni fa. Mentre gioco a Mirano dal 2017.

Com’è iniziata la passione per lo sport della palla ovale?
Una mia amica delle superiori aveva entrambe le sorelle che lavoravano al Petrarca Rugby e dopo aver insistito un po’ sono riuscite a trascinarmi a una partita. Era, niente di meno che, la finale di scudetto Rovigo VS Petrarca in casa degli avversari. Ha vinto la squadra padovana rapendomi per sempre il cuore.

E cosa ti ha convinto a continuare a giocare?
La sport in sè, il migliorarsi costantemente ponendosi obiettivi sempre più grandi e ovviamente il senso di squadra, di famiglia. Sembra una frase trita e ritrita ma è così.

Se le tue compagne ti dovessero descrivere con tre parole quali sarebbero?
Creativa, clown e permalosa.

Hai conosciuto qualcuno che ti ha ispirato per quanto riguarda il mondo del rugby?
Il mio primo allenatore perché senza di lui molto probabilmente non avrei creduto di poter andare avanti più di due settimane nel mondo del rugby. È stato un po’ il mio maestro Yoda, “fare o non fare, non c’è provare“, e a lui devo in parte questa grande passione per lo sport e i vari tecnicismi.

Qual è il giocatore di rugby che ammiri di più al mondo?
Due grandi del rugby mondiale come David Pocock e Michael Hooper. Entrambi sono stati/sono capitani della Nazionale dei Wallabies e nonostante facciano parte del pacchetto di mischia (intendetemi, per il fatto che solitamente fanno più sforzo di peso che di corsa) sono sempre presenti, in qualsiasi parte del campo ci sia bisogno di loro. Sono sempre i primi a presentarsi e sempre gli ultimi ad andarsene. Sono dei veri capitani, dei veri giocatori.

La canzone che ti dà la carica prima di una partita?
Tra le tre canzoni di rito quella che mi dà più la carica è I’d Love To Change The World di Jetta nel Matsubs Remix.

Chi è il/la migliore compagno/a di trasferta in pullmino?
A differenza di come si possa pensare sono molto silenziosa in pullmino, preferisco concentrarmi. Mentre al ritorno il più delle volte sono troppo stanca o dolorante per parlare e quindi prendo sonno.

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