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Cronache dell’Armata: O Roma o Orte!

Lo Stadio Ferruccio Bianchi, casa di Rugby Mirano, si trova nel territorio del graticolato.
Le strade che si stendono intorno, rigorosamente ortogonali, sono la testimonianza della antica lottizzazione realizzata dagli imperatori per dare, come liquidazione, un pezzo di terra ai veterani delle legioni.
Provenienti da luoghi e storie diverse gli ex legionari hanno dunque trovato qui la loro casa.
Per la storia, si adattarono presto e ben volentieri a fare i contadini ma almeno per la leggenda, lo spirito dei combattenti di ieri è sopravvissuto e di generazione in generazione, è arrivato fino ai giorni nostri.
Sempre secondo il mito, quello spirito attende solo di risvegliarsi al richiamo di Roma.

Non sappiamo, ovviamente, se quel richiamo possa essere arrivato con la recente trasferta nell’Urbe, tuttavia sappiamo per certo che qualcosa è cambiato nell’Armata e che lo spirito (non alcolico) dei veterani delle legioni è tornato a ispirare il gioco dei “veteranas” nostrani.
Certo il coach Cinghio ha indubbiamente i suoi meriti, ma va detto, nel suo caso, che è spesso ispirato dalla forza dello spirito (alcolico).
Poco importa se la chiamata sia arrivata alla vista dei maestosi ruderi del “parco degli acquedotti”, al gusto della cacio e pepe o con la rivelazione del corretto modo di mostrare le mani nel passaggio.
Qualcuno pensa addirittura sia stato il soffio dello spirito (in vena di spirito) dei legionari a suggerire il nuovo grido di battaglia dei Brancaleoni.

Se storcete il naso e obiettate che questo grido non è mai citato nel De Bello Gallico e che Massimo Decimo Meridio non conclude la frase “al mio segnale scatenate l’inferno” con “za-za-za” sappiate che quello che conta è il risultato.
Un risultato che, nel secondo appuntamento di scampionato, giocato sabato scorso a Mirano, vale la vittoria sia sulle Iene di Badia che sui Ruggers di Silea dopo due partite da combattenti e da squadra vera: quella dove ognuno è certo di poter contare sull’appoggio del compagno.
La giornata, che ha visto il battesimo di Anca come novo vice capitano, il debutto di Veghi e Lallo e ha rivelato che “pianta” è sinonimo di quercia (ma anche baobab), è stata onorata dal valore degli avversari, sia in campo che fuori e si è conclusa con alcune sofferte matricole a base del tradizionale “subiotto” dell’Armata.

In conclusione. se non credete a miti e leggende, sappiate che Legione è un termine che deriva dal verbo “legere” che significa “raccogliere assieme” e che poco importa se l’Armata sia sempre quella che si da appuntamento alla stazione di servizio di Badia al Pino e si ritrova misteriosamente a quella di Fabro, perchè (e qui sta il segreto) l’importante è ritrovarsi sempre tutti insieme… e cosa ci importa alla fine se è Roma o Orte.

Eta Beta

In allegato: un momento della tappa di Scampionato di sabato. Ph. Flavio Magrin.

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