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Cronache dell’armata: ai miei tempi…

Ai miei tempi, non giravano più i dinosauri ma avere un diesel era la cosa più figa che c’era.

La marca non era importante.
Avere un auto diesel era come innalzare un segnale: “questo è uno che guida sul serio”.
Se poi il motore era “turbo” non c’era storia: “alla guida c’è un esperto”.
Inoltre e non è poco, potevi girare mezzo mondo spendendo la metà.
In pratica l’apoteosi di un motore nato per i mezzi agricoli e finito sulle supercar.
Ora il diesel non va più di moda, pare sia dannoso per l’ambiente e il gasolio è finito a costare più della benzina.

Per questo normalmente il coach Cinghio, nel vedere l’Armata carburare lentamente, come è accaduto sabato scorso a Pordenone contro gli Old di casa, nel primo incontro della giornata di Scampionato e “memorial Poppi”, avrebbe sicuramente incoraggiato i suoi giocatori a muovere le chiappe con una serie di fantasiosi e irripetibili epiteti.

Questa volta però, nonostante l’Armata avesse avviato il solito diesel e pascolasse distrattamente sul campo, l’ira funesta del nostro allenatore si è indirizzata verso un bersaglio diverso: l’arbitro.

L’Arbitro nel rugby, come si sa, è sacro e inviolabile.
Deve però essere in grado di rispondere correttamente ad almeno una domanda del vaporetto-test e possedere almeno 1/10 di vista all’unico occhio sano.
Legittimo pertanto che, nutrendo qualche dubbio sul fatto che il direttore di gara possedesse questi requisiti minimi, a Cinghio girassero come una turbina, dimenticando così di fornire all’Armata il consueto stimolo a suon di “cinghiate”
Persa in tal modo la prima partita, gli armati, finalmente a motore caldo, hanno poi rimediato con una buona prestazione imponendosi sui “Ricci” di Moneselice e sull’arbitro.

La giornata è finita alla grande coi soliti cori goliardici e con la parentesi (seria) della consegna del ricavato dell’iniziativa di “November” allo IOV di Padova e al CRO di Aviano.
Resta il problema di fondo se sia possibile giocare dignitosamente con una squadra diesel a cui serve almeno un tempo per avviarsi.
Si tratta in fondo dell’eterno quesito della filosofia e di ogni cultura: meglio i preliminari o la sveltina?
The answer my friend is blowin in the wind…. ma come diceva Ganny Highway: “improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo”.

P.S.:
L’attuale record dell’ora in auto, con una percorrenza di 353,409 km e partenza da fermo, risale al 1980 ed è detenuto da una Volkswagen con motore diesel.

Michele “Eta Beta” Lacchin

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