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Cronache dell’Armata: qualcosa di straordinario è successo a Pordenone

Se il rugby fosse il calcio, dell’episodio avvenuto durante il primo tempo della partita Urogalli vs Armata Brancaleon, giocata sabato scorso a Pordenone, se ne sarebbe parlato a lungo nelle varie Domeniche Sportive, nei Processi del lunedì, nei Tikitaka del martedì e nelle numerose imitazioni delle suddette trasmissioni sulle TV locali.
Tuttavia, sebbene il rugby non sia il calcio, l’avvenimento di sabato è stato così straordinario da superare i confini del terzo tempo e diventare una delle infinite tessere del puzzle di racconti che sono l’anima del nostro sport.

Per farla breve (anche se ci vorrebbe almeno il tempo necessario per bersi un paio di birre) l’Armata era giá in vantaggio di due mete a zero quando è riuscita ad avviare una nuova azione d’attacco allargando la palla sulla sinistra fino a quello che sembrava l’ultimo uomo.
Proprio in quel momento, con straordinaria visione di gioco (o perché non ha ancora capito la raffinata tattica dei Pod) , arriva a sovrapporsi a gran velocità, lungo la corsia normalmente destinata all’ala, il nostro Pullman che riceve la palla e si fionda verso la meta.

A farne un evento eccezionale sarebbe sufficiente la straordinaria serie di fortunate ed irripetibili coincidenze per un pilone: gliela passano giusta, la prende, la tiene, corre veloce.
Il resto infatti è solo il risultato di alcuni principi di fisica elementare: dato un Pullman lanciato alla massima velocità:
a) l’intervento di un difensore non ha effetti sul moto;
b) il moto non si arresta istantaneamente ma procede per inerzia.

In effetti l’unico difensore viene travolto e Pulmann, assunto un moto “rotolatorio”, supera l’area di meta.
Mentre tutta l’Armata festeggia incredula come se avesse assistito al miracolo della moltiplicazione dei panini onti o meglio alla vittoria di un autobus al gran premio di Monza, arrivano, diffuse urbi et orbi le parole dell’arbitro: “a mio parere è un doppio movimento”.
Pare si rivolga al TMO ma è inutile cercare con gli occhi uno schermo gigante per rivedere l’azione.
Gli amici di Pordenone hanno infatti pensato a tutto, dalla fregolotta con grappa all’irish coffee finale ma non hanno provveduto alle riprese televisive.

In assenza di conferma video resta valida la decisione sul campo: no try.
Summum ius summa iniuria!!!
Si potrebbe ricorrere in appello alla prova fotografica se il nostro Oliviero, preso da raptus artistico, non avesse immortalato solo immagini a metá strada tra la Sacra sindone e una radiografia molto sfuocata.

Non resta che consolarsi con le due vittorie ottenute dall’Armata su Quei de na’ volta e sugli Urogalli e con la tradizionale e calda ospitalità friulana, che ricorderemo a lungo almeno come quel “doppio movimento”.

Eta Beta.

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