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Valpolicella “ripasso”

Quello del Valpolicella – e si sapeva – è rugby a denominazione di origine controllata e garantita.

Quello dell’Armata, dopo due anni di lockdown, è ancora un “novello”: vino buono, ma che ha bisogno di maturare.

Sul campo la differenza fa 4 mete a 0 ma l’Armata ci mette anima e cuore, non si disunisce, cerca di imbastire il gioco e affronta gli avversari a viso aperto.
Per l’Armata è un utile “ripasso” e per il Coach Cinghio, dopo aver scomodato tutti i Santi del calendario, il bicchiere è mezzo pieno (e con il Valpo vale comunque una bevutina).

Il meteo ci regala un clima meno novembrino del solito, il campo del Rugby Mirano 1957 è in perfette condizioni e si gioca un rugby divertente. Si può chiedere di meglio?

Certo che si può chiedere!

Il fischio dell’arbitro Paolo “vaporetto” Bucci, segna infatti solo l’intervallo che divide le squadre dal “terzo tempo”, quando, a scendere in campo, è il poderoso pacchetto di mischia che per tutto il tempo ha lavorato nelle retrovie.
A quei “ragazzi”, come agli avanti, è affidato un lavoro duro, oscuro ma fondamentale: far funzionare le cose nella festa finale che riscatta l’onore dell’Armata e rende onore, crediamo nel migliore dei modi, agli avversari meritatamente vittoriosi.

Le “matricole” sopravvivono al processo e alle dure punizioni inflitte da un’inflessibile giuria (doverosamente corrotta) e il tempo, nell’accogliente “baracca”, vola, come sempre, fino a tarda ora.

Un grazie all’inossidabile Arch (non a caso “uomo copertina”) che dopo aver detto la sua in campo scende a guidare la squadra di cucina, e a tutti i suoi.

Per loro valga quello che si dice dei piloni “meritano il paradiso, perché l’inferno lo hanno già vissuto in terra”.

Eta Beta
in allegato: l’Armata Brancaleon e il Valpo in una foto di gruppo. Foto Flavio Magrin.

Un pensiero su “Valpolicella “ripasso”

  • Come sempre un applauso al nostro super narratore di una splendida giornata , il mitico ETA BETA

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