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19 FEBBRAIO IL COMPLEANNO DI KELA

E’ giusto un anno che il nostro capitano Kela ha passato la palla.
Giorni prima era partito per Verona con la stessa speranza di chi raccoglie la palla, uscita malamente da un durissima ruck, per portarla in meta ma il destino ha solo permesso che la passasse senza schiacciarla oltre la linea. Aleosto il giorno del suo funerale mi disse piangendo che era andato incontro all’operazione con la serenità di chi aveva almeno avuto una speranza e che questo per la Famiglia è stata una grande cosa.

Kela non sopportava i “Memorial”. Quando stavamo organizzando i tornei per i nostri amici che hanno passato la palla e parlavamo di “Memorial” strabuzzava gli occhi come un orco impazzito e ci riempiva di parole (ci mancavano solo quelle…) e poi diceva “… scrivemo che xe el Torneo par questo… par queo… Non ci sono Memorial o cose tristi… li ricordiamo comunque”. PUNTO!!!
Adesso noi dell’Armata, che siamo furbi come volpi e opportunisti come faine, cosa ci siamo inventati per evitare gli eventuali strali acuminati che il Nostro era sicuramente pronto ad inviarci sulla terra???
Dopo aver fatto riunioni fra intelligenti, aver consultato la Sibilla Cumana, aver osservato il volo degli uccelli e chiesto lumi al Gran Consiglio dei dieci Assenti abbiamo deciso di festeggiare il di Lui compleanno che ricorre, come tutti sanno, il 19 febbraio.

Era volontà dell’Armata fare un qualcosa di intimo e confidenziale che avesse come figura centrale la Famiglia di Kela.
Ci siamo quindi trovati sabato al Comunale e abbiamo dato corso alla Festa di Compleanno.
Un campo deserto veniva riempito da due squadre di rugby variopinte e variegate. Mescolati assieme c’erano i ragazzi dell’ Armata, del Rugby Touch Mirano, di Quei de Viorba, dei Kankari di Venezia.
In quel momento l’unica voce che si sentiva era quella del Silenzio guidata dalle note di una dolce canzone. Una volta schierati è entrata in campo la Famiglia di Kela, la moglie e le due figlie, accompagnate dal Capitano dell’Armata Marco Favaro (per tutti Marco Pomi).
Di seguito cinque bambini, vestiti con gran orgoglio con le maglie dei grandi, portavano ancor più orgogliosamente un mazzo di fiori ad Adriana.
Infine la foto grande di Kela sostenuta da due alfieri e pilastri del Mirano Rugby e per la precisione Maurizio Canton Patchouli e Enzo Serpani Serpico.
Foto di rito, kick off calciato direttamente da Adriana e un minuto di silenzio.
Dopo il corridoio, per salutare l’uscita della foto e dei familiari, le squadre si sono dilettate in una partita di rugby touch per onorare il proprio fondatore.
Terzo tempo tipico dell’Armata… ottimo e abbondante.

Durante il terzo tempo altri dieci minuti dedicati a Kela con la presentazione di una serie di foto accompagnate dalla musica.
Kela in questo frangente è stato ricordato,oltre per tutto il resto, soprattutto per essere stato uno dei Pionieri dell’ Old Rugby Italiano e come fondatore dell’Armata Brancaleon permettendo a tutti noi di poter dire “abbiamo vissuto”.
In questi dieci minuti la Baracca è risultata insolitamente silenziosa considerando che dentro c’erano Brancaleoni e Brancaleonesse che notoriamente non riescono a tapparsi la bocca per più di sette secondi virgola 23 centesimi (record stabilito durante un’incazzatura storica del Kela nel lontano 2006… scherzo… era il 2008…). Questo a riprova che quando c’è da onorarLo ci prostriamo senza meno.
Per ultimo una torta di compleanno da urlo che era contata per ottanta persone ed è stata mangiata da sessantacinque … vedete voi … o era tanto buona o c’erano squali in Baracca … o tutte e due le cose.
Se quel giorno abbiamo fatto emozionare qualcuno allora ricordiamoci la frase del poeta e drammaturgo Lope De Vega (tranquilli… fino ad un attimo fa non sapevo neppure io chi fosse ma volevo stupirvi con questa bella frase…) “Non so se ci sono al mondo parole tanto efficaci né oratori tanto eloquenti come le lacrime.”

Ciao Kela ci manchi…

Pausa Cannellum

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