Rugby Mirano si trasforma e informa insieme all’Università Ca’ Foscari di Venezia sull’importanza dello sport.
L’università insieme ai vari partner ha dato vita al “Contamination Lab Sport&Salute”. Gli incontri tra i partecipanti e le varie aziende e imprese che collaborano al progetto si svolgeranno in più giorni. In 8 settimane infatti il CLab Sport&Salute cercherà di portare a termine la propria missione di creare la “società sportiva” del futuro tra partecipazione, educazione e sostenibilità. Nuove soluzioni per ripensare al ruolo dello sport (e della sua filiera) nella Società.
Rendere lo sport parte integrante della propria vita, delle proprie abitudini e della propria etica e modo di comportarsi è alla base del rugby. E Rugby Mirano 1957 ASD, forte delle proprie esperienze e della veridicità di come lo sport possa essere il perno della società, ha voluto condividere la propria conoscenza a riguardo. Così Debora Ballarini, responsabile dello sviluppo del rugby femminile della società, si è presentata ad uno dei primi incontri del progetto lo scorso maggio. In qualità di azienda partecipante al laboratorio formativo, ha spiegato nel corso della giornata il suo ruolo e il suo progetto per il Settore Femminile di Rugby Mirano.
Dopo il primo incontro, con presentazione dello sport della palla ovale, la Società miranese e quella affiliata del Riviera si sono unite per il progetto. Con gli universitari, Debora e le rugbiste di entrambe le società hanno dato vita ad un allenamento formativo. Infatti il 13 giugno la squadra femminile del Mirano tutorata con la squadra di Serie A con sede a Mira, grazie anche ai due allenatori Fabio Niero e Dimitri Zara hanno reso dato modo agli studenti del Laboratorio di mettersi in gioco. Nel vero senso della parola.
L’opportunità per entrambe le parti di avere neofiti volenterosi ad un allenamento ha permesso alle ragazze di allenarsi con più fervore e agli universitari di poter procedere con il loro progetto. Infatti Rugby Mirano, come azienda partecipante all’attività, avrebbe dovuto dimostrare e dare l’opportunità ai ragazzi di studiare più da vicino le radici e ciò che compone la società rugbistica. E cosa c’è di meglio se non un allenamento vero e proprio terminato con un terzo tipo tutti insieme?
Il progetto proseguirà fino a metà luglio e noi siamo contenti di aver potuto dare il nostro contributo.
Di Chiara Bustreo