U12: DA MONTECARLO CON ONORE

Eccoci qui per il terzo anno ad affrontare il Torneo Internazionale Sainte-Devote di Montecarlo.

La nostra U12 vi partecipa con una selezione di ragazzi del secondo anno: i 2004. Trasferta emozionante, si va a Montecarlo, paese che sa di Formula 1 Principi e Principesse, Costa Azzurra e Casinò.

Ed è così, che con i nostri ragazzi, ci troviamo all’aeroporto di Venezia, tra uno sbadiglio ed un po’ di eccitazione. Pronti, via, si parte. Basta un’oretta di volo e siamo già atterrati a Nizza. Montecarlo non è lontana e il trasferimento all’albergo passa velocemente come lo stupore per il paesaggio mozzafiato a picco sulla Costa Azzurra. Si arriva all’albergo, giù le borse e via a scoprire un po’ di questa città, tra yatch da nababbi, macchine di lusso e palazzi imponenti.

Dopo il pranzo con vista sulla città, veniamo accompagnati all’Acquario e Museo del mare dove tra pesci esotici e curiosi abbiamo la possibilità di toccare gli squali, piccoli eh, però un incontro sempre emozionante!

Tornati all’albergo ecco le camere, ma soprattutto le altre squadre. Arrivano i tunisini dello Jemmal, seri, compassati, già concentrati, i ragazzi di AbuDhabi tranquilli e spensierati, poi i temibili russi, arrivati da Kaliningrad sul mar Baltico ed ancora gli scatenati spagnoli di Barcellona, anche troppo esuberanti e chiassosi, perfino a confronto dei nostri. Arrivano infine anche i ragazzi di Cape Town, gentili, solari e con tanta voglia di conoscere tutti. Passa così la prima giornata in quel di Montecarlo, piena di nuove esperienze e nuovi incontri.

Alle 6:45 suona la sveglia, colazione, fuori un tempo da lupi, piove poco per fortuna ma non promette nulla di buono. Arriva così il momento tanto atteso, si va allo stadio, il Luis II, splendido, imponente, con un prato che sembra finto tanta è la perfezione. È un posto fantastico dove giocare a Rugby!

Ma veniamo al Rugby, perché alla fine è questo il motivo per il quale siamo arrivati fin qui. Rugby sì ma in versione Seven. Si gioca in 7 su metà campo, un quadrato di 50 per 50 metri. La sfida è emozionante, ancor più degli anni passati, dove sullo stesso spazio si giocava in 9. Si tratta di spazi larghi, corse e sfide di velocità, passaggi e off-load. Un Rugby veloce, dinamico, che non permette errori. Un altro mondo rispetto ai 12 vs 12 su circa 45 metri di larghezza ai quali siamo normalmente abituati.

Si parte, prima partita contro Losanna, i ragazzi sono un po’ timidi, sembra che gli basti fare il compitino dimenticando che a rugby nulla è scontato ed in campo il pallone bisogna conquistarlo e mantenerne il possesso. Prima partita vinta con qualche difficoltà in più del necessario. Piove e fa freddo, arriva così il momento del secondo match, contro i corsi della Lucciana, e di nuovo la sveglia non sembra essere suonata, si va in svantaggio ed è allora che scatta la reazione: concentrati e determinati i nostri ragazzi recuperano palloni e attaccano finalmente con grinta e determinazione, arrivano le mete, alcune dai singoli, altre del collettivo.

Non smette di piovere, anzi, è così l’ora della partita più difficile, contro i campioni in carica dello Jemmal, il Mirano riprende da dove aveva lasciato, con grinta e determinazione mettendo sotto pressione i tunisini e andando in vantaggio. Ma i ragazzi dello Jemmal non ci stanno e pian piano fanno valere la maggiore velocità e propensione agli spazi allargati, pareggiano, vanno in vantaggio e la partita si chiude con una sconfitta, ma la sensazione è di aver dato davvero il massimo. Ecco la partita decisiva per il passaggio del turno contro i sudafricani di Cape Town, veloci, elusivi, elettrici. C’è un po’ di nervosismo e infatti il Mirano non sembra ritrovare quella determinazione vista nelle precedenti sfide, parziale di 2-0 a pochi minuti dalla fine. Con uno scatto di orgoglio però la squadra reagisce, segna una meta, pareggia, la tensione è alle stelle, la partita è praticamente finita, c’è il tempo per il calcio di avvio (ndr nel Seven chi segna la meta calcia l’avvio del gioco) ma si svolge una scena surreale: il pallone a metà strada tra centrocampo e la meta è nelle nostre mani ma un equivoco con l’arbitro, confusione e nervosismo giocano un brutto scherzo ai giocatori in campo, i quali ritardano l’avvio del gioco provocando un calcio contro. I sudafricani sono lesti a giocare, allargano il gioco e segnano. Partita persa e speranze di qualificazione sfumate. Dura lezione per i ragazzi ma è giusto così, c’è delusione ma si vince insieme e si perde insieme, il torneo non è finito e ci sono ancora due gare da giocare nel pomeriggio.

E così, dopo il pranzo, via al caldo negli spogliatoi dove va in scena una simpatica sfida tutta rugbystica a base di canti contro i simpatici ragazzi della Lucciana, i quali non si fanno pregare e si prendono la rivincita dando sfoggio di un vasto repertorio!

È la volta delle semifinali per giocarsi il 5°/6° posto, si affrontano i russi di Kaliningrad, con i quali c’è una sorta di rivalità ereditata dalle sfide dell’anno passato, prima sconfitta nel girone e poi rivincita per i ragazzi del Mirano che si aggiudicarono un meritato terzo posto. Sfide nervose e dure, proprio come quella che va in scena quest’anno, vittoria dei nostri per una meta a zero.

Ultima partita contro i padroni di casa del Monaco, la birra è finita e si vede, il match scivola velocemente nelle mani dei monegaschi, resta il tempo per la meta dell’orgoglio prima del triplice fischio. È sesto posto finale. A metà strada tra la gloria e un po’ di delusione. Quello di una squadra che ha davvero ancora molto da dimostrare ma che soltanto con l’impegno e l’applicazione negli allenamenti potrà emergere.

Resta quindi da guardare la finale, fotocopia dello scorso anno, tra AbuDhabi e Jemmal, i quali si riconfermano nuovamente campioni del torneo.

Esperienza ricca per i nostri ragazzi, i quali hanno conosciuto un livello di rugby diverso e stimolante, come del resto l’incontro con tanti ragazzi della stessa età provenienti da mondi diversi ma accomunati dalla passione per la palla ovale.

Noi Educatori siamo sicuri che questa esperienza verrà portata in campo e trasmessa a tutti i compagni di squadra, lasciando il testimone per una nuova avventura il prossimo anno con i ragazzi del 2005.

Alessio Minto

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