Vi prego di non fraintendermi, di non equivocare, non ho messo questo titolo all’articolo per raccontarvi del famoso film di Robert Aldrich sul football americano, con Burt Reynolds come protagonista.
No … no … tranquilli, so già che lo avete visto tutti (???), il titolo serve più o meno per raccontarvi l’ultima azione della partita giocata lo scorso sabato dalla nostra U18 e dalla pari età biancorossa di Casale sul Sile.
Della partita, autentica battaglia giocata nel pantano del campo B di via Matteotti, Vi posso dire che per 60 minuti buoni i boys bianconeri hanno stazionato costantemente dentro alla linea Casalese dei 22, provando in tutte le maniere a bucare la loro “linea Maginot” e riuscendoci una sola volta nel primo tempo con un cocciutissimo e furibondo “pick and go” del nostro pacchetto XXL.
E vi posso anche dire che i nostri avversari hanno difeso sempre alla grandissima, disinnescando sistematicamente e con ogni mezzo possibile tutti i nostri tentativi di sfonda.
I restanti 10 minuti dell’incontro (ricordo a tutti che un match della U18 si disputa in 2 tempi da 35 minuti all’uno), i biancorossi Trevigiani li hanno giocati nelle terre di mezzo, trovando il modo di uccellare un paio di volte la nostra linea difensiva e portandosi avanti 12 a 8 fino al momento in cui il direttore di gara ha chiamato l’ultima azione del match.
Viene fischiato un fallo biancorosso e i nostri decidono di andarsi a giocare in touche l’ultimo colpo in canna, a 10 metri dalla linea di meta avversaria.
Palla in mano al tallonatore che prima di lanciarla lascia scorrere qualche secondo per far rifiatare i compagni di squadra.
Qualche secondo che i nostri adoperano per ripensare ad una stagione, quella scorsa, passata a raccogliere ceffoni a destra e a manca, densa di insegnamenti, ma priva di qualsiasi soddisfazione. Qualche secondo che i nostri adoperano per ripensare allo strato di ruggine formatasi nei loro meccanismi mentali in conseguenza dell’esito sconcertante dello scorso campionato.
Qualche secondo che che i nostri adoperano per ripensare alle 2 partite del campionato in corso perse malamente di un punto e a quella del sabato precedente persa a Padova di 3.
Qualche secondo che i nostri adoperano per pensare a quanta incredibile fatica era costato il match fino a quel momento, ripagata ingiustamente e con ogni probabilità dall’ennesima sconfitta per un niente.
Qualche secondo che tutto il Rugby Mirano ha adoperato per pensare ai ragazzi, al loro percorso di crescita e a quale sanguinolento significato avrebbe avuto questa ennesima partita “vuoto a perdere”, dominata in lungo e in largo.
Poi il tallonatore lancia la palla…
La lancia in mezzo ad un corridoio di ragazzi esausti, sfiniti, annegati di sudore, coperti da uno strato di fango che ha cancellato i colori delle loro maglie rendendoli irriconoscibili.
La lancia in mani amiche, che la prendono, la portano giù e la consegnano agli avanti per la costruzione della driving maul disegnata per l’ultima spinta.
I ragazzi di Casale si ammassano davanti, sopra e sui fianchi a quella specie di trenino infangato che è il nostro pacchetto di mischia, provando a respingerlo una volta ancora per difendere il risultato.
Il trenino sbanda, sbuffa e si contorce, punta a sinistra … e poi a destra … e poi ancora a sinistra … e poi diritto … oltre la linea di meta, per il 13 a 12 che manda in orbita tutti.
Via la ruggine, via la fatica, via i cattivi pensieri.
Finisce qua la nostra partita.
Inizia qua, adesso, il nostro campionato.
Alla prossima,
Jena Plinsky
In allegato: un’immagine dell’incontro U18 Mirano-Casale.
Foto: Mirna Cestaro
1 Comment
by eta beta
Complimenti Jena, complimenti al Mirano e complimenti anche ai ragazzi di Casale che se la sono giocata fino all’ultimo punto.