“Oltre le strade sfavillanti c’era il buio, e oltre il buio il West. Dovevo andare.” (Jack Kerouac)
Non è la leggendaria Route 66, la strada che collega Chicago a Santa Monica sognata da tutti gli spiriti ribelli ma il viaggio è comunque “coast to coast” e quello che ha spinto la schiera di “veterans” veneti ad affrontare la trasferta dall’Adriatico al Tirreno, è anche un pizzico dell’anima folle della beat generation: inseguire i rimbalzi di una palla ovale alle soglie della pensione e anche oltre.
Si è svolto infatti sabato 14, presso lo stadio Carlini-Bollesan di Genova, il tradizionale Torneo di Rugby Old delle Repubbliche Marinare giunto alla sedicesima edizione.
Il Torneo – così come il più noto palio remiero – ha lo scopo di rievocare le imprese e la rivalità delle antiche potenze marinare italiane (quelle di Amalfi, di Genova, di Pisa e di Venezia) ed ha luogo, ogni anno, a rotazione, in una città diversa.
La squadra vincitrice riceve in premio un trofeo in vetro che rappresenta il pallone da rugby e che custodirà per un anno, fino alla nuova messa in palio nell’edizione successiva.
La compagine che rappresenta la “Serenissima” è formata da giocatori provenienti dalle diverse squadre old venete e da sempre, vede la partecipazione anche di numerosi giocatori provenienti dell’Armata Brancaleon.
Quest’anno l’onere di vestire la maglia del leone alato è ricaduto in buona parte sulla squadra miranese e sugli amici del Valpolicella, ma ha visto anche la partecipazione (simbolica nei numeri, non nella sostanza) dei Kankari del Lido e delle Mummie di Mestre
Tutta la variegata compagna, calata in quel di Liguria ansiosa di rinnovare i fasti dello Stato da Mar, era probabilmente ignara che il “pesto alla genovese” non è solo un battuto di basilico.
Sul campo sintetico del Carlini-Bollesan il Genova ha infatti più che meritatamente meritato di aggiudicarsi il Torneo, battendo Venezia nel combattuto scontro diretto e pareggiando in quello indiretto (nominalmente con Amalfi sostenuta però, per ben tredici quindicesimi, dai Serenissimi).
Queste onorevoli risultati sono arrivati purtroppo dopo aver perduto la partita contro il Pisa a causa di due decisive disattenzioni che hanno compromesso fin dall’inizio le possibilità venete di ambire al trofeo.
Ottima l’organizzazione e il terzo tempo genoano, animato come sempre dai cori dell’Armata, dai Misteri Goduriosi del Valpo, con i “fioi del Leon” ben intenzionati a lasciare il campo per ultimi.
Le guerre tra Genova e Venezia sono durate a fasi alterne oltre un secolo, ma i loro stemmi, insieme a quelli di Pisa e Amalfi, sono oggi uniti in unica bandiera.
C’è in questo tutto lo spirito del rugby old e del Palio delle Repubbliche dove rivalità e amicizia coesistono insieme e dove c’è sempre spazio per la rivincita è soprattutto per condividere un altro terzo tempo.
Michele “Eta Beta” Lacchin