Cronache dell’Armata: la Giornata dell’Ovvio

Nella giornata di Scampionato CORV, giocata dall’Armata, Brancaleon Old Rugby Mirano sabato scorso, sui campi del Badia, nel tentativo di dimostrare perfetta padronanza delle strategie e delle tattiche di gioco, il coach supplente (Pomi) ha dato ai suoi giocatori una precisa indicazione: “nel secondo tempo entra la squadra di prima!”

Poiché l’intera compagine bianconera era costituita da 15 giocatori più uno (utile nel caso qualcuno avesse dovuto ricorrere allo spray) e considerato altresì che a rugby si gioca in 15, l’affermazione del sostituto coach non poteva che ricordare Jacques de Chabannes, signore di Lapalisse, maresciallo di Francia, morto nel 1525 nella battaglia di Pavia.

Il nome del comandante francese non viene infatti oggi ricordato per le sue eroiche virtù belliche, quanto per la canzoncina, che venne composta dai suoi soldati e che recita: “un quarto d’ora prima di morire era ancora in vita”.
L’affermazione di un fatto così scontato che ha reso proverbiale l’aggettivo “lapalissiano” nel significato di ovvio, evidente, indiscutibile.

Sono tuttavia certo che il nostro coach di riserva, così come i soldati di Lapalisse, volesse esprimere un concetto tutt’altro che lampante e superfluo.
Come i militari francesi volevano probabilmente segnalare il fatto che la morte ha colto il grande maresciallo, il cui motto era “non cedo a nessuno”, “vivo” cioè mentre era al massimo delle forze e del vigore, allo stesso modo il coach facente funzioni non credo volesse dare l’ordine scontato di rimandare in campo gli stessi giocatori ma la stessa “squadra” che, come è ben noto, è cosa assai diversa.

L’affermazione apparentemente lapalissiana che “è la somma che fa il totale” (cit. dal film Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi) non è infatti sempre vera poiché il totale, spesse volte, è più della somma.
Così come una muraglia e ben più di una somma di mattoni anche la squadra è ben più di una semplice somma di giocatori.

Insomma … alla fine è l’Armata che ha deciso di fare l’ovvio cioè essere squadra e di metterci testa, voglia e disciplina.
I 15+1, trovandosi nel polesine terra di alluvioni, hanno pensato che fosse “lapalissiano” costruire un argine, una barriera, una diga, e ognuno ci ha messo il suo personale e indispensabile mattoncino.
A infrangere il muro miranese ci hanno provato, senza riuscirci, prima le Jene del Badia (2-2), poi i Passatelli di Ravenna (vittoria 1-0) e infine gli Old del West Verona (0-0).

Risultati frutto di un equilibrio tra “squadre” che si sono affrontate nel segno dell’amicizia ma anche della leale e dura competizione.
Dire che in conclusione il terzo tempo è stato goliardico e abbondante mi sembra “lapalissiano”.

Rugby Mirano 1957 ASD – Michele “Eta Beta” Lacchin.

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