ANIMA E CUORE

Si è fermato definitivamente a Vicenza il treno che trasportava le residue speranze dei boys della nostra Under 18 di poter agganciare il secondo posto in campionato, necessario per disputare i play-off di accesso al girone “èlite” della prossima stagione agonistica.

Opposti ai Rangers biancorossi scesi in campo in versione corazzata e lontanissimi parenti della squadra battuta nettamente nella partita di andata, i ragazzi hanno fornito una prestazione tanto gagliarda quanto sfortunata.

Che la giornata “già di suo” non promettesse nulla di buono lo si era ampiamente compreso dai nuvoloni grigi che stazionavano insistentemente sopra il centro sportivo di via Francesco Baracca a Vicenza. Un freddo tagliente ed una pioggerella leggera spazzata addosso alla gente da un vento fastidioso contribuiva ulteriormente ad alimentare la sensazione che qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto.

Squadra in campo con i propri effettivi ridotti ai minimi termini per via dei tanti infortuni verificatisi nelle ultime giornate di campionato ed ai quali si sono poi andate ad aggiungere un paio di defezioni dell’ultimo momento.

Pronti … via … e dopo 3 minuti la sfiga bussa subito alla porta dei bianconeri togliendo dal match la nostra apertura, complice un controverso appoggio del piede sul terreno di gioco. Morale … caviglia K.O., partita finita prima ancora di cominciarla, visita radiologica prenotata e Maso e Arghirescu costretti a reinventare la mediana cambiando in corsa ruoli e strategie.

La squadra così rabberciata tiene comunque botta agli avversari riuscendo ad arginare le folate offensive della squadra Berica, apparsa decisamente ispirata. Siamo propositivi in fase di attacco e paghiamo dazio solo a causa di un paio di piazzati sanzionati dall’arbitro e generati da altrettanti interventi fallosi dei nostri in fase di contenimento.

Lo score del primo tempo recita un “6 a zero” a favore dei biancorossi, che in apertura di ripresa trovano subito il modo di allargare il vantaggio grazie ad una percussione vincente dei propri avanti.

I ragazzi sono già in riserva di fiato ed energie ed in panchina i ruoli degli avanti risultano purtroppo tutt’altro che coperti per i motivi più sopra spiegati.

Sembriamo sul punto di naufragare, ma una improvvisa accelerata del nostro pacchetto ci fa scrivere a referto 5 punti buoni per il morale. Siccome però siamo fortunati così come può esserlo un gatto in tangenziale, la sfiga, quella di prima, suona ancora al nostro campanello togliendo dalla partita per un guaio muscolare anche una seconda linea. Alziamo gli occhi al cielo, invochiamo tutti i santi e i martiri in paradiso chiedendo pietà per tutti i possibili peccati commessi nella vita terrena, ma nessuno ci ascolta e Vicenza capitalizza l’ennesimo calcio piazzato che a 10 minuti dal termine porta il risultato sul 14 a 5.

Tutto finito? Neanche per sogno!!! I boys tirano fuori dal cilindro magico 2 bordate micidiali con il proprio pacchetto XXL, mettendo la freccia e portandosi avanti di un punto nel silenzio incredulo del pubblico di casa, pronto a festeggiare troppo anticipatamente una vittoria non ancora scritta.

L’arbitro chiama l’ultimo minuto di gioco e dal calcio di rinvio Vicentino non riusciamo purtroppo a controllare palla, commettendo il più sanguinoso degli “in avanti” dentro i nostri 22 metri.

Ci vogliono oltre 20 fasi ininterrotte dei Vicentini a un metro dalla linea di meta bianconera, prima che l’ultima spinta biancorossa trovi il varco giusto per vincere la nostra resistenza.
20 fasi interminabili, difese alla grande dai nostri ragazzi con le unghie e con i denti, ma è tutto inutile.

Adesso non c’è più fiato nei polmoni, non c’è più forza nelle braccia, non c’è più benzina nel motore, non c’è più tempo per recuperare l’irrecuperabile.

L’ultima stilla di energia serve solo per stringere a capo chino la mano dei nostri avversari.
L’ultima stilla di energia serve solo per percepire l’ammirazione di tutti, di chi vi ha visto combattere 70 minuti con il cuore e con l’anima.

Siete stati semplicemente grandiosi ragazzi, se ne sono accorti anche i santi e i martiri.

Jena Plinsky

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